Il termine crowdfunding significa, letteralmente, finanziamento della folla. Ovvero, “finanziamento collettivo”. Parliamo di un meccanismo che si basa sulla collaborazione di un gruppo di individui che decidono di unirsi per finanziare un determinato progetto. A questo scopo esistono delle piattaforme online che permettono agli utenti del web, per l’appunto, di offrire le proprie risorse economiche a titolo di prestito per sostenere una specifica impresa o persona. Cos’è il crowdfunding E’ una forma di microfinanziamento che consente di ottenere o elargire denaro senza dover ricorrere alle banche. Sappiamo che soltanto in un anno mezzo circa, ovvero da quando tale pratica è stata regolamentata, sono stati raccolti ben 88,3 milioni di euro grazie ad un totale di 9 piattaforme disponibili su internet. Attualmente esistono infatti svariati siti web che consentono ai cosiddetti “fundraiser”, cioè a coloro che possiedono un progetto da realizzare, di tipo imprenditoriale o creativo, di raggiungere un numeroso numero di utenti che potrebbero agire come finanziatori, investendo con quote di differente importo. Normalmente il fundraiser, di contro, paga una percentuale dei propri proventi alla piattaforma che lo ospita. Il finanziamento viene ottenuto al raggiungimento della cifra necessaria per il progetto stesso, diversamente chi ha investito potrà vedersi restituito quanto elargito. Ovviamente il finanziatore potrà anche scegliere di donare una certa somma senza richiedere il dovuto, ovvero per sole finalità benefiche. Cos’è il lending crowdfunding Quando parliamo poi di “lending crowdfunding” (o social lending) ci riferiamo ad un meccanismo tale per cui gli investitori possono prestare determinate somme tramite il web (sia a persone fisiche che ad aziende) ottenendone sia un interesse che il rimborso del capitale investito. Esistono specifiche disposizioni, pubblicate nel 2016 dalla Banca d’Italia, che riguardano la raccolta di fondi da parte di utenti diversi dagli istituti bancari: una sezione è per l’appunto dedicata al social lending e quindi alle piattaforme online che fungono da intermediari tra investitori (siano essi privati o istituzionali) e aziende o soggetti singoli. Il “lending based crowdfunding” è da essa definito come “uno strumento attraverso il quale una pluralità di soggetti può richiedere a una pluralità di potenziali finanziatori, tramite piattaforme online, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto”. Il tutto avviene conformemente alle norme che concernono le attività di specifiche categorie di soggetti. Nel nostro Paese, ad oggi, le piattaforme attive sono 6 legate a perone fisiche e 3 di tipo imprenditoriale. Il flusso di denaro, che solo nell’ultimo anno ha raggiunto quota 56,6 milioni, ha contribuito allo sviluppo del mercato italiano. Sulla base dei dati raccolti sappiamo che gli iscritti in qualità di “prestatori” sono oltre 11 mila e per il 90% sono maschi con età compresa fra 38 e 46 anni, mentre le imprese italiane che usufruiscono di prestiti ottenuti su portali business sono 261. Nonostante le condizioni di finanziamento non risultino essere sempre convenienti quanto lo sarebbero quelle di una banca, chi necessita di un prestito tende a ricorrervi soprattutto per la velocità di risposta e di erogazione, consapevole fino in fondo dei costi da sostenere.