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Fintech, la rivoluzione tecnologica investe la finanza. Di cosa parliamo esattamente?

Fintech, la rivoluzione tecnologica investe la finanza. Di cosa parliamo esattamente?

Financial technology: ovvero, Fintech. La finanza veicolata agli utenti grazie alle moderne tecnologie dell’informazione. E’, di fatto, una vera e propria rivoluzione di tipo finanziario. Il termine, in origine, faceva riferimento alla totalità delle applicazioni informatiche che forniscono un supporto agli istituti bancari e alle agenzie di investimento. Attualmente il bacino del fintech si è invece grandemente allargato, arrivando ad includere una enorme quantità di servizi servizi finanziari per i privati e per le aziende: si va dai pagamenti via smartphone agli investimenti in fondi, fino alla creazione delle cosiddette “criptovalute”, tendendo a lasciarsi alle spalle le metodologie che presuppongano una struttura fisica a supportare le operazioni e ad affidarsi ad uno svolgimento da effettuarsi esclusivamente e direttamente dal computer o da un cellulare. Ma cosa sono le criptovalute? Nient’altro che valute di tipo digitale, una delle innovazioni finanziarie più importanti di questi ultimi dieci anni. Dunque, monete digitali. Gli euro si trasformano così in codici scritti all’interno di macchine distribuite e collegate in rete, con un allineamento istantaneo delle informazioni che non richiede intermediazione. Al momento del bisogno, se ne potrà usufruire come fossero, per l’appunto, dei gettoni digitali. Naturalmente ognuna di esse avrà una valutazione variabile nel tempo e potrà venire convertita in altre valute, oppure usata per l’acquisto di specifici prodotti. Del resto il mercato finanziario stesso è, di per sé, uno spazio di tipo virtuale. Esistono ormai svariati processi ad alta tecnologia che fanno sì che qualsiasi servizio o strumento finanziario venga personalizzata: ne sono esempi il “data-drive marketing”, grazie al quale i dati relativi alle abitudini degli utenti vengono costantemente aggiornati, o il “machine learnig”, ovvero la possibilità per dei macchinari di “imparare” sulla base di determinati stimoli analizzati dall’esterno. Tutto questo viene poi applicato al mondo finanziario, quindi alle previsioni di spesa o agli investimenti, e così via. Il fintech si rivela utile rispetto a fattori quali: velocità, semplificazione, convenienza, per citarne alcuni. Inoltre i servizi a disposizione possono essere alla portata di tutti, sia delle banche per interfacciarsi l’un l’altra, sia dei privati, sia delle aziende nella loro esigenza di intrattenere relazioni con fornitori e clienti. Vantaggi che, primariamente, puntano sul risparmio di tempo e denaro. In questo senso il mondo finanziario si allinea perfettamente con i molteplici altri ambiti che stanno attraversando, a seguito della rivoluzione tecnologica che si sta verificando, profondi cambiamenti di gestione. Stando ai dati che si riferiscono al periodo che va dal 2012 allo scorso anno, sappiamo che gli investimenti nel fintech hanno avuto una crescita annua di ben il 46%. Ovvero di 17,4 miliardi di dollari. Ovviamente ciò su cui ci si interroga è l’aspetto legato alla stabilità finanziaria, nonché i potenziali rischi legati al fatto di affidarsi sempre più alle macchine al posto  dei professionisti per mettere in atto scelte delicate, come quelle di natura economica.

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