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Arbitro Bancario Finanziario: la funzione e le ragioni di un successo

Arbitro Bancario Finanziario: la funzione e le ragioni di un successo

L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è una forma di tutela dei clienti dei servizi bancari e finanziari. In particolare, si sostanzia in un sistema di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari; rappresenta un'opportunità di tutela più semplice, rapida ed economica rispetto a quella offerta dal giudice ordinario. Le decisioni dell'Arbitro Bancario Finanziario non sono vincolanti come quelle del giudice ma, se l’intermediario non le rispetta, la notizia del loro inadempimento è resa pubblica. Il procedimento si svolge in forma scritta e non è necessaria l'assistenza di un avvocato. La Banca d’Italia ne cura l’organizzazione e il coordinamento. Parlare di Arbitro Bancario Finanziario (ABF) significa raccontare una storia di successo , come testimoniano i numeri dell’ultimo Rapporto sulla sua attività: oltre 21.600 ricorsi presentati nel 2016 con una crescita del 59% sull’anno precedente; un ricorso su due accettato dai Collegi; cessazione nel 25% dei casi dello stato di litigiosità con una soluzione transattiva; 13 milioni di euro riconosciuti alla clientela , in virtù delle decisioni favorevoli adottate dai Collegi Arbitrali . Un successo travolgente che – lo conferma Magda Bianco , Capo del Servizio Tutela dei Clienti e Antiriciclaggio presso la Vigilanza della Banca d’Italia nel cui ambito ricade l’attività dell’Arbitro Bancario Finanziario - non sembra arrestarsi vedendo i dati del primo semestre del 2017, che segnano un’ulteriore crescita dei ricorsi  del 53%. C’è da aggiungere che dei 67mila ricorsi presentati dal 2010 la parte prevalente è legata al tema della cessione del quinto dello stipendio e della pensione: solo lo scorso anno 15mila , pari a poco meno del 71% del numero complessivo di ricorsi, con una crescita del 106%. E nel primo semestre del 2017 la loro crescita sfiora l’80% della quantità complessiva dei nuovi ricorsi. Quali sono le ragioni del successo di questo organismo,  operativo dal 2010, che può essere inquadrato nell’ambito degli strumenti di tutela alternativi alla giustizia ordinaria, ossia dei cosiddetti ADR (Alternative Dispute Resolution)? Una ragione è certamente l’ampio perimetro di competenze dell’Arbitro Bancario Finanziario, nonostante la duplice limitazione temporale (non si accettano ricorsi antecedenti al 2009) e di contenuti, dopo l’istituzione dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie presso la Consob. Una seconda ragione di successo è legata al costo di attivazione della procedura: solo 20 euro per inoltrare il ricorso e dare inizio alla procedura,  un costo decisamente contenuto; al quale  va aggiunto, nel caso di decisione favorevole al ricorrente, il rimborso di 200 euro a carico dell’intermediario soccombente. Una terza ragione, poi , riguarda la qualità professionale dei Collegi Arbitrali, ciascuno composto da 5 membri di cui 3  scelti dalla Banca d’Italia e i rimanenti due designati dalle associazioni rappresentative rispettivamente degli intermediari e dei clienti consumatori e non.  Una quarta ragione di successo riguarda, infine, l’adempimento delle decisioni assunte ; sebbene non siano vincolanti, risultano essere  eseguite in un’altissima percentuale di casi (99%)  . La scelta del 2016 di aumentare il numero dei Collegi, aggiungendo a quelli originari di Milano , Roma e Napoli, gli altri di Torino , Bologna , Bari e Palermo, appare  una risposta forte  alla dilatazione dei tempi  (mediamente 314 giorni) per giungere alla decisione; tempi ben superiori a quanto previsto dalle disposizioni che regolano l’operatività dell’Arbitro Bancario Finanziario, 105 giorni, oltre i 30 previsti per la comunicazione della decisione. Su questa criticità dei tempi  potranno avere  ulteriori effetti positivi, sial’attività del Collegio di Coordinamento che continua a svolgere una funzione preziosa dal punto di vista dell’uniformità delle decisioni in casi analoghi, sia l’introduzione dal 2016 di un altro strumento di coordinamento, la Conferenza dei Collegi. E, per concludere, due sono gli aspetti qualitativi che, in prospettiva, potranno rivelarsi cruciali per scrivere un’altra pagina di successo dell’ABF. Il primo concerne i riflessi che determina il suo operato , sia sugli intermediari, inducendoli a innalzare continuamente i propri presidi di qualità; sia sulla Vigilanza, rappresentando una fonte conoscitiva importante  per orientare al meglio i propri interventi . Il secondo aspetto riguarda la partecipazione dell’ ABF dal 2011 alla rete Fin-Net, un network istituito a livello europeo per favorire la cooperazione tra i sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie; un network che “consente ai consumatori che intendano ricorrere nei confronti di un intermediario di un altro Stato membro di avvalersi dell’ADR operante nel proprio Paese”. Un’opportunità da non sottovalutare in un periodo di globalizzazione crescente!

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