Il titolo , intrigante e vagamente inquietante, di questo bel libro del Professore Onado precede una puntuale rassegna dei tanti interrogativi , legati ai fatti drammatici e spesso umanamente dolorosi per le conseguenze catastrofiche registrate, anche e soprattutto a livello di singoli individui, interrogativi che qui trovano una risposta adeguata e coerente . Offrendo al lettore un’attenta ricostruzione degli aspetti e delle cause che hanno caratterizzato la crisi finanziaria del 2008 e con una lettura sicuramente godibile anche per i non addetti ai lavori (impreziosita dai numerosi riferimenti letterari , storiografici musicali e cinematografici che rivelano lo spessore culturale complessivo dell’A.), pagina dopo pagina scorrono in successione argomenti anche “scomodi": dalle debolezze della nuova intermediazione finanziaria, ai condizionamenti esercitati da una visione strategica che tale non è, essendo appiattita sul breve periodo; da un eccesso di regolamentazione dagli aspetti talora imbarazzanti, alle insufficienze palesate da certa teoria economica e dai suoi cultori nell’affrontare la crisi economico finanziaria. Oltre questi aspetti descrittivi e di analisi rigorosa dei fatti, nel libro vi è, poi, la delineazione di un percorso virtuoso da far intraprendere all’intermediazione finanziaria dopo gli eccessi e gli errori di un passato non lontano. Un’operazione sicuramente non semplice con l’ obiettivo di riacquisire la “banca perduta" e il suo patrimonio di fiducia , elemento essenziale x il corretto e fluido funzionamento dei circuiti finanziari economici nazionali ed internazionali. Un’operazione contrassegnata da un prezzo non lieve : una robusta ricapitalizzazione del sistema bancario . Un prezzo, comunque giustificato, secondo il Professore Onado dal raggiungimento della tanto agognata stabilità del sistema che lo ponga al riparo dalla minaccia di una nuova crisi finanziaria con i relativi ben più pesanti costi economici, sociali e politici.