Come va il mercato del credito al consumo in Italia?
Il mercato del credito al consumo in Italia ha dato segnali di particolare vivacità nello scorso anno e sembra destinato a ripetere anche nel 2017 performance di segno positivo, che potrebbero addirittura migliorare al verificarsi di alcune specifiche condizioni. Secondo il Professore Umberto Filotto, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Tor Vergata di Roma, nonché Segretario Generale di Assofin – Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare,” l’attività di erogazione nel 2016 ha mostrato la migliore performance degli ultimi 10 anni ( +16,3%), riportando il volume di stock ai valori pre-crisi finanziaria , circa 60,6miliardi di euro”.
Il credito al consumo e gli acquisti delle famiglie
Non è quindi azzardato affermare che “il credito al consumo è tornato a sostenere gli acquisti rilevanti delle famiglie italiane rimandate durante gli anni della crisi finanziaria“. Una valutazione altrettanto confortante su questo mercato arriva da un’altra fonte particolarmente qualificata, Giorgio Gobbi, Responsabile del Servizio di Stabilità Finanziaria della Banca d’Italia, il quale, nel tracciare le linee d’insieme di questo mercato , sottolinea come ormai “in Italia la sua dimensione e la sua struttura sono simili a quelle dei principali Paesi Europei “ . Anzi il credito al consumo si sta rivelando “ il segmento più dinamico del mercato dei prestiti“, anche in presenza di tassi di interesse applicati di livello superiore a quelli praticati nell’area euro. Il giudizio positivo sul mercato del credito al consumo si corrobora, inoltre, delle valutazioni espresse da alcuni operatori qualificati . Si prenda ad esempio Carlo Demartini, Amministratore Delegato e Direttore Generale della Banca di Asti, il quale , alla luce dell’esperienza maturata nello specifico settore dalla sua banca con risultati decisamente positivi , aggiunge l’importanza di dedicarvi un assetto organizzativo ad hoc con l’adozione di prassi specifiche: sia nella definizione di specifici standard per la concessione del credito; sia nel processo di recupero dei crediti , facendo ricorso a società specializzate e a una politica di tempestivo intervento fin dalle prime rate insolute. Insomma, a suo giudizio , si è formata una cultura aziendale dedicata che è stata ripagata da risultati che permettono di affermare con soddisfazione come “tutto ciò ha favorito lo sviluppo di un’area di business particolarmente rilevante per la banca“ . Toni analoghi si ritrovano anche nelle parole di Stefano Rossetti, Direttore Generale di Unipol Banca, che conferma l’importanza della funzione di traino del finanziamento auto nella tipologia dei beni finanziati, sottolineando, inoltre, che risultano in diminuzione le richieste di credito al consumo presentate alle banche e rifiutate. Un segnale importante, che si accompagna all’accertata riduzione di rischiosità di questi prestiti, con un tasso di default sceso nei primi 9 mesi del 2016 all’1,8%; a testimonianza dell’adozione di politiche del credito selettive e di una clientela maggiormente consapevole di rispettare gli impegni di pagamento. Archiviato, pertanto, positivamente il 2016, l’attenzione si sposta ora sull’ andamento del credito al consumo nel breve periodo con una previsione unanime del perdurare nel 2017 di una dinamica positiva di questo mercato, anche se probabilmente a tassi di crescita più contenuti di quelli registrati nel precedente biennio. In realtà, lo sviluppo del credito al consumo in Italia appare subordinato ad alcune condizioni: la rivisitazione di un quadro normativo , ormai datato essendo vecchio di 67 anni; una più convinta apertura alle innovazioni tecnologiche legate alla digitalizzazione contrattuale; una migliore e più consapevole valutazione del rischio , che segni un decisivo cambio di passo sui temi dei crediti deteriorati e della massa ingente di ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario in materia di cessione del quinto di stipendio. Approfondimenti: Redditi, consumi e risparmi delle famiglie italiane, tendenza al miglioramento?