Pensione, parte l’ Ape social: di cosa si tratta?
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il decreto attuativo della cosiddetta “APE social”, dove con l’acronimo suddetto ci si riferisce ad “Anticipo Pensionistico”. Parliamo di una norma che dà la possibilità a disoccupati ed altre tipologie di cittadini in condizioni di difficoltà di beneficiare di un assegno mensile che rappresenti una sorta di “ponte” fino al momento di raggiunta percepibilità della propria pensione. In vigore dallo scorso primo maggio, è stato poi definitivamente approvato soltanto il giorno 23 del medesimo mese.
Chi può richiedere l’ Ape social?
I soggetti che intendano fare richiesta per poterlo ricevere avranno tempo, per inoltrarla, fino al prossimo 15 luglio e potranno percepire anche gli assegni retrodatati del periodo compreso fra maggio ed il momento in cui la loro richiesta verrà effettivamente approvata. Chi, invece, maturerà i requisiti nel 2018, potrà inoltrare la richiesta entro il mese di marzo del prossimo anno. L’Inps, che rappresenta il destinatario delle richieste, dovrà comunicare la risposta entro il 15 ottobre per le domande presentate entro luglio ed entro il 30 giugno del 2018 per quelle arrivate entro il 31 marzo del prossimo anno. Sarà sempre l’ente previdenziale a fornire le informazioni relative alla prima decorrenza utile e a valutare se le domande risulteranno in numero superiore alle risorse stanziate dal Governo: se questo dovesse verificarsi, si stabilirà una priorità di beneficio sulla base della data di ottenimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Se dovesse poi verificarsi una condizione di parità di requisiti, farà fede la data di presentazione della domanda. L’APE social rappresenta, di fatto, uno degli elementi innovativi della legge di Bilancio del 2017 e mira a conferire alla cittadinanza uno strumento che possa rappresentare un’agevolazione, ovvero una possibilità di uscita dal settore lavorativo in maniera più flessibile. La finalità di questo provvedimento del Governo, che verrà sperimentato per un periodo di due anni, è quella di arrivare a coprire i costi di anticipo per tutte le categorie più disagiate, quindi non soltanto i disoccupati ma anche gli invalidi o i soggetti che hanno parenti di primo grado con disabilità serie, nonché i cittadini che svolgono attività lavorative fisicamente pesanti (infermieri di sala operatoria, autisti di grossi mezzi, macchinisti, etc.). Il requisito principale per poter beneficiare dell’APE social è l’aver raggiunto i 63 anni di età avendo accumulato una contribuzione minima di 30 anni per i soggetti disoccupati. Altro elemento sarà la condizione di assistenza prestata nei confronti di un parente diretto portatore di gravi handicap, oppure l’invalidità civile del soggetto stesso, pari o superiore al 74%. La soglia contributiva sale invece a 36 anni per i lavoratori che vengono detti “gravosi social”, ovvero coloro che fanno parte delle 11 categorie inserite nello specifico elenco allegato al decreto attuativo. In ogni caso, naturalmente, si potrà usufruire dell’assegno solo se si avrà conclusa qualsiasi attività di tipo lavorativo, anche autonoma. Si prevede che a beneficiare di tale novità legislativa saranno decine di migliaia di lavoratori. Approfondimenti: Previdenza complementare, la soluzione per la pensione; Fondi pensione, di cosa parliamo?