Cos’è la previdenza compplementare? E’ una tipologia di previdenza che si aggiunge a quella obbligatoria, senza però poterla sostituire. E’, dunque, volontaria ed ha come scopo quello di garantire ai lavoratori, ed in particolare ai più giovani, un dignitoso tenore di vita anche in seguito al pensionamento. L’attuale sistema contributivo, esteso a tutti i lavoratori dopo la riforma del 2011, non sarà infatti in grado di garantire delle rendite adeguate né proporzionate agli ultimi stipendi percepiti dai lavoratori. Come funziona la previdenza complementare La base su cui poggia è una struttura che considera un finanziamento a capitalizzazione, ovvero la possibilità per l’utente di costituire un conto personale al quale far affluire i versamenti contributivi che siano stati investiti all’interno del mercato finanziario. Nel momento in cui l’utente suddetto arriverà al momento della pensione, potrà venirgli liquidata una rendita oppure il capitale in toto. Attualmente la normativa a cui riferirsi è il D. Lgs. 252 dl 2005, in vigore dal 1° gennaio 2007. Chi sono i destinatari della previdenza complementare? I destinatari della previdenza complementare possono essere dipendenti del settore pubblico, liberi professionisti, lavoratori autonomi, familiari a carico, lavoratori assunti con le modalità contrattuali della Legge Biagi (lavoratori a progetto, collaboratori occasionali, etc.), cittadini con redditi diversi da quelli da lavoro, soci di cooperative di produzione e lavoro, lavoratori dipendenti del settore privato appartenenti alla medesima categoria o al medesimo raggruppamento, persone che svolgono impieghi di natura familiare non retribuiti (le cosiddette “casalinghe”). Diversamente da quella obbligatoria, la previdenza complementare è scelta liberamente dal lavoratore, è a capitalizzazione individuale e a contribuzione definita (cioè chi la stipula è a conoscenza di quanto versa e l’erogazione finale dipende direttamente dalle quote versate e dalla resa del loro investimento), ed è gestita da soggetti ed enti di diritto privato. Non sono soltanto i giovani a poter essere interessati ad un fondo pensione: possono farlo, infatti, tutti coloro che avessero meno di 18 anni di contributi versati alla data del 1995. Questa tipologia di previdenza consente la possibilità di pianificare il proprio piano pensionistico, conferendo all’utente una serie di diritti già a partire dal primo pensionamento. Il primo aspetto vantaggioso si basa sulla possibilità di integrare i trattamenti del sistema obbligatorio grazie alla rendita vitalizia erogata dal fondo pensione all’utente iscritto. Secondariamente, l’utente avrà un contributo versato dall’azienda al fondo scelto dal lavoratore stesso, sulla base di un contratto collettivo. Infine, notevoli vantaggi di natura fiscale, poiché il contributo che viene trattenuto dalla retribuzione e versato nel fondo potrà essere sottratto dal reddito imponibile fiscale. E’ possibile aderire ad un fondo pensionistico complementare in qualsiasi momento e sempre in qualsiasi momento il lavoratore può sospendere la propria contribuzione (facendo però venir meno anche quella del datore di lavoro), mantenendo esclusivamente il versamento del TFR. Clicca qui per approfondimenti