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Enzo Ferrari, protagonista della storia dell’imprenditoria italiana

Enzo Ferrari, protagonista della storia dell’imprenditoria italiana

Noto protagonista della storia italiana del Novecento, Enzo Ferrari aveva un preciso desiderio, sin da bambino: diventare pilota. E nella sua vita è stato imprenditore, dirigente sportivo, fondatore della famosa azienda che porta il suo nome. Ma, naturalmente, anche un grande pilota di automobili. La storia di Enzo Ferrari Quando entrò a far parte della CMN, una piccola fabbrica di automobili riconvertita dopo la fine della guerra, aveva anche il ruolo di eseguire i test di guida, compito che gli era particolarmente gradito. Questo periodo segnò l’inizio del suo avvicinamento alle corse: nel 1919 prese parte alla Targa Florio e si posizionò nono. Lavorò poi all’Alfa Romeo, grazie all’aiuto del suo amico Ugo Sivocci. E fu allora che gli capitò di guidare una delle vetture di nuova produzione dell’azienda, arrivando secondo nella Targa Florio del ’20. In quegli anni finì sotto l’ala di Giorgio Rimini, ovvero di uno dei maggiori collaboratori di Nicola Romeo, e nel giro di poco tempo vinse sul circuito di Sivocci a Ravenna, circostanza che gli diede l’opportunità di incontrare Francesco Baracca, al cui sguardo attento la sua audacia non passò certo inosservata. Il mito Ferrari Ferrari diede vita a quella che per il nostro Paese è divenuta un vero e proprio simbolo di tecnologia avanzata, di velocità. Ma anche di moda e di design. L’incredibile percorso vincente della scuderia, con il suo sviluppo a livello internazionale, fu il frutto dell’intuito del suo fondatore, grazie alla cui visione seguirono non soltanto successi sportivi ma anche enormi risultati a livello industriale. Dopo i numerosi successi conseguiti negli anni ’20, Enzo Ferrari venne promosso a pilota ufficiale, proseguendo in seguito la sua carriera nelle corse soltanto all’interno di campionati locali e gareggiando con auto di seconda mano. Fu con il Gran premio di Francia, ovvero con la più importante gara dell’anno, che gli si presentò l’opportunità di gareggiare ancor con una vettura nuova. La Scuderia Ferrari, passata alla storia, fu fondata nel ’29. In questa grande impresa, il cui principale scopo era quello di dare assistenza di tipo meccanico e tecnico ai facoltosi acquirenti di Alfa Romeo che lì sceglievano le loro vetture adibite alle competizioni, si fecero coinvolgere dei ricchi industriali tessili di Ferrara, Alfredo e Augusto Caniano. E proprio con l'Alfa Romeo Ferrari concluse un accordo in base al quale l’azienda suddetta avrebbe prestato assistenza tecnica anche ai loro clienti diretti. Da lì seguirono altri accordi simili anche con Pirelli, Shell e Bosch. Furono anni pieni energia, pieni di traguardi. Arrivarono pian piano in scuderia prima piloti amatoriali, poi professionisti. Giuseppe Campari, Tazio Nuvolari. Solo nel suo primo anno di attività, la Ferrari giunse ad avere ben 50 piloti. Divenne il più grande gruppo creato da una sola persona: lui, Enzo Ferrari. Che stabilì, per i suoi piloti, non un salario, bensì una percentuale sui premi per le vittorie. Quando poi l’Alfa Romeo decise di ritirarsi dalle corse, nel ’33, per la Ferrari fu il momento dell’ingresso trionfale nel settore. Nel tempo, la scuderia conquistò ben 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 17 in totale.   Enzo Ferrari amava le corse, questo è certo. Ma riuscì a farne un forte, straordinario strumento di affari, attraverso il quale costruire l’imponente impero finanziario che ancora oggi ci rappresenta nel mondo. Guarda il video di Paolo Mieli su Enzo Ferrari

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