E' aumentata del 5 per cento in un anno la spesa in cibo e bevande degli italiani per le feste. Sono 2,3 i miliardi dedicati alla cena della Vigilia e al pranzo di Natale che, per nove italiani su dieci, sono stati tra le mura domestiche assieme a parenti e amici, con un record medio di 3,3 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti. Solo il 10 per cento degli italiani si è recato al ristorante, mentre il 2 per cento ha optato per gli agriturismi. L'88 per cento ha cucinato e consumato la cena del 24 dicembre e il pranzo del 25 a casa. E' quanto emerge da un bilancio della Coldiretti sul tradizionale appuntamento di fine dicembre. Tra la Vigilia e Natale 2016 gli italiani hanno speso 86 euro a famiglia. In tutto lo Stivale e isole, 800 milioni di euro per pesce, carne e salumi; 400 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande; 300 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria; 400 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca; 200 per pasta e pane; 100 milioni di euro per formaggi e uova. Prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci, l'89 per cento del totale, lo spumante, a pari merito con la frutta locale di stagione. Mentre il panettone, con il 75 per cento di preferenze, batte il pandoro fermo al 72. A prevalere, in ogni caso, sono stati i prodotti nazionali. Piatti preparati, in anticipo o all'ultimo momento, ma sempre in cucina con i propri cari, a seconda della propria tradizione culinaria di riferimento: tra i grandi classici, cappelletti in brodo, pasta con l'astice, bolliti con le rispettive salse, pizze rustiche e dessert casalinghi.