I contratti swap sono una specifica tipologia di strumenti derivati, ovvero di strumenti il cui valore deriva dall’andamento di quello di una specifica attività, nonché di titoli scambiati “Over the Counter” , vale a dire nel contesto del mercato in cui si effettuano operazioni di compravendita di titoli che non si ritrovano nei listini di borsa. Si tratta di operazioni finanziarie in cui due parti si scambiano flussi monetari ed effettuano la medesima operazione ma con direzione opposta (in entrata o in uscita) ad una certa data prestabilita, applicando le medesime condizioni. La loro origine risale agli inizi degli anni ’80. Ne esistono varie differenti tipologie: l’interest rate swap, ad esempio è un contratto che prevede lo scambio di interessi calcolati su n importo complessivo prestabilito; lo swap fisso contro variabile, che è poi quello più diffuso, comporta invece che uno dei due contrenti lasci all’altro, cedendoglieli, gli interessi a tasso fisso, avendo in cambio quelli calcolati in base ad un tasso variabile. Altri tipi di contratto swap sono quelli a protezione del fallimento aziendale (CDS) e quelli sulle commodity. I primi, detti anche Credit Default Swap, di cui molto si parlò soprattutto durante la crisi economica del 2008, sono una sorta di assicurazioni – con pagamenti di un premio periodico all’istituto che emette i titoli - che prevedono una garanzia nei casi di fallimento d’impresa. Le commodity hanno invece un meccanismo simile a quello di uno swap normale, con impegno da parte di uno dei contraenti a versamenti con date prestabilite e in base a parametri fissi, mentre l’altra controparte in base a parametri variabili. Prima di decidere di stipulare un contratto swap, è bene che l’investitore sia assolutamente sicuro di aver capito in che modo i cambiamenti del parametro di riferimento influenzeranno i differenziali che potrà trovarsi a ricevere ma anche a pagare. Ci potranno poi essere situazioni nelle quali il soggetto si troverà a dover versare specifici margini per fornire una garanzia. Ancora, si potranno verificare casi in cui l’accordo venga sottoscritto con una controparte terza: l’investitore dovrà allora informarsi personalmente riguardo alla sua solidità finanziaria, nella certezza che l’intermediario risponda direttamente qualora la controparte risultasse insolvente. Qualora la controparte sia estera, si dovranno poi valutare i possibili rischi crescenti. Molti possono essere però i motivi per sottoscrivere questa forma di accordo. Può essere scelto per diminuire i rischi economici, oppure per provare a guadagnare dalla variazione sul costo del titolo operando attraverso il trading, o ancora ottenere un guadagno acquistando il titolo in questione su un certo mercato e rivendendolo su un mercato diverso, traendo vantaggio dalla differenza. Nonostante ciò, i contratti swap non sono esenti da un certo grado di rischio, che in alcuni casi può divenire elevato. Prima di tutto perché per questa specifica forma contrattuale non sono previsti né un modello standard cui riferirsi nè un mercato secondario. Chiudere un accordo prima della scadenza stabilita, ad esempio, potrebbe arrivare a comportare oneri importanti. Regina Picozzi