Il termine SICAV è l’acronimo di “società d’investimento a capitale variabile”. Arrivate sul territorio italiano nel 1992, sono società per azioni che mettono in atto investimenti collettivi utilizzando il capitale derivante da azioni vendute con offerta pubblica, che viene controllato da una banca depositaria. Da non confondere con i “fondi comuni di investimento”, le SICAV conferiscono ai loro investitori possibilità operative più rilevanti. Acquistando le azioni di una società di questo tipo si diviene soci a livello effettivo, acquisendo il diritto a prendere parte alla vita della società stessa e a poter avere un peso sulle decisioni, esercitato attraverso il proprio voto. E’ principalmente questo l’elemento che le differenzia dai fondi comuni d’investimento di tipo classico. In questi ultimi esiste una netta divisione tra il patrimonio del fondo e quello societario di chi lo gestisce, mentre nelle SICAV è proprio il loro stesso capitale sociale a venire investito, dando apparentemente un’idea di minor sicurezza. In realtà una SICAV, in quanto tale, non può correre il rischio di fallire, semplicemente per il fatto che non ha debiti. Ciascun socio avrà, dunque, libertà di azione relativamente alla compravendita, nonché la possibilità di accedere al capitale sociale, che di conseguenza non sarà mai un capitale “fisso” come invece succede nelle Società per Azioni tradizionali. I cosiddetti “fondi SICAV” sono un esempio di strumenti che vengono messi a disposizione degli investitori, rappresentando essi stessi un’ulteriore opportunità di investimento: ciascun fondo è rappresentato da capitale che è stato raccolto proprio tramite la vendita di azioni della società, ognuna delle quali può venire acquistata con modalità al portatore oppure essere nominativa. Di solito il loro valore iniziale è pari a 5 euro, ma è comunque passibile di modifiche comunque gestite dalla Banca d’Italia e nel rispetto dello statuto della società stessa. La regolamentazione che la Banca d’Italia esercita su questo tipo di organismo è garanzia di trasparenza e di impegni: la società è infatti tenuta a pubblicare i propri dati patrimoniali ogni settimana e può accadere che essa, alla fine, arrivi a pubblicarli persino quotidianamente. La diversa tipologia di azioni comprate avrà un differente effetto sul diritto al voto: esso sarà pari al numero delle azioni nominative acquistate, mentre sarà pari ad un solo voto nel caso delle azioni al portatore (la ragione è quella di cercare di evitare atteggiamenti speculativi da parte dei soci). Diventando proprietari dei titoli di una Società d’Investimento a Capitale Variabile vi saranno specifiche norme cui sottostare, primariamente quella secondo cui non sarà consentito cedere o comprare titoli di terzi. Nel momento dell’acquisto delle azioni, poi, ogni persona diverrà automaticamente socia del fondo SICAV ed in quanto tale, comunque, sarà libera di uscirne in qualsiasi momento.