Ne sentiamo parlare spesso in campo calcistico: il termine Fair Play Finanziario (FFP) racchiude una serie di regole stabilite dalla Uefa – ovvero dalla Union of European Football Associations, unione delle associazioni calcistiche europee, cioè dall'organo ufficiale che gestisce e controlla il calcio europeo.
Scopo e regole del Fair Play Finanziario
Lo scopo delle norme elaborate da tale organizzazione è quello di portare i vari club ad un miglioramento di tipo economico grazie ad una specifica disciplina di analisi dei bilanci. Esse sono state messe a punto tra il 2000 ed il 2010, anno in cui sono state approvate nella loro totalità entrando in vigore nel 2011. E’ infatti dalla stagione 2010/2011 che, per normativa, qualunque squadra europea arrivi a qualificarsi per una gara continentale (come, ad esempio, l’Europa League o la Champions League) ha l’obbligo di dare alla Uefa dimostrazione della propria regolarità di bilanci. Ciò si può ottenere mantenendo un equilibrio tra costi e ricavi (in mancanza di debiti nei confronti di altri club, di autorità o di giocatori) ed una effettiva continuità d’impresa. Questo significa, come sottolineato dalla regola del “break even”, che nessuna squadra può spendere più di quanto guadagna.
Fair Play Finanziario: controlli e sanzioni
In assenza delle condizioni per poter garantire il rispetto delle norme stabilite dal Fair Play Finanziario, naturalmente si incorre in specifiche sanzioni, che possono però venire revocate se il club risulta capace di presentare un piano di rientro finanziario che la Uefa, dopo aver esaminato, accoglie come valido. Nel 2014 vennero sanzionate due squadre europee molto note: il Paris Saint Germain e il Manchester City. Ciò accadde perché i guadagni ottenuti dai due club tramite le sponsorizzazioni di aziende che erano vicine ai proprietari delle squadre stesse non furono considerati accettabili dal regolamento dell’Uefa. Vi è infatti un Organo di Controllo Finanziario dei Club (CFCB) costituito da una serie di ispettori preposti a questo scopo: è loro compito appurare che le regole stabilite dal Fair Play Finanziario vengano seguite e rispettate da tutti i club, in ottemperanza anche di determinate norme temporali. Vi è uno specifico articolo, ovvero il numero 61 dello statuto Uefa, denominato “Deviazione accettabile”, in base al quale si considerano accettabili esclusivamente le perdite che siano coperte dal capitale degli azionisti. Diversamente, si prevede un abbassamento del limite consentito di 5 milioni di euro ad ogni ciclo. Nel biennio del primo ciclo, ovvero quello delle stagioni 2013/2014 e 2014/2015, il limite ammissibile di perdite era stato stabilito a 45 milioni (comprendendo anche un margine di “tolleranza” di altri 5 milioni); il secondo ciclo, che include invece le tre stagioni che sono seguite, prevede che tale limite possa arrivare a 30 milioni in totale, quindi anche comprendendo i 5 milioni di tolleranza. Se si verifica un caso di irregolarità rispetto alle norme stabilite dal Fair Play Finanziario, l’Organo Finanziario di Controllo dei Club andrà ad analizzare di quale specifica irregolarità si tratti e potrà quindi mettere in atto la sanzione prevista in diversi modi: multando il club, mandando soltanto un avviso, penalizzando la squadra in termini di punti o di divieto di iscrizione dei giocatori nelle liste Uefa, oppure ancora squalificando il club in questione dalle gare in corso o da quelle future. In caso di mancato rispetto di regole e limiti, è compito del CFCB adottare le sanzioni, che variano a seconda dell’infrazione commessa. I provvedimenti possono essere riuniti in 4 grandi punti: 1) Avvisi; 2) Multe; 3) Penalizzazioni di punti, trattenuta di una percentuale dei premi Uefa, divieto di iscrizione di giocatori nelle liste Uefa, riduzione delle liste Uefa (meno di 25 giocatori); 4) Squalifica della competizione in corso, esclusione da future competizioni.