Ultimamente, soprattutto nella prospettiva delle elezioni politiche del 2018, si sente di nuovo parlare di Flat Tax: ma di cosa si tratta esattamente? Con il termine Flat tax si fa riferimento ad una “tassa piatta” da applicarsi ai redditi dei cittadini, finalizzata alla diminuzione della pressione fiscale nei confronti sia dei lavoratori autonomi che delle imprese. La Flat tax mira a ridurre tutte le aliquote IRPEF ad una soltanto, con validità estesa a tutti. Secondo i sostenitori l’obiettivo sarebbe quello di garantire una maggiore equità, nonché mettere meglio in risalto le possibili evasioni ed accrescere le entrate per lo Stato. Al di là delle “appropriazioni” da parte dei diversi partiti politici utilizzate come argomenti in campagna elettorale, in realtà si tratta di un sistema fiscale che venne teorizzato oltre mezzo secolo fa. La Flat Tax venne infatti concepita per la prima volta nel 1956 da Milton Fredman, un economista statunitense considerato il fondatore del neoliberismo contemporaneo, che ideò, per l’appunto, un sistema ad aliquota unica, con la possibilità di associarla a detrazioni o deduzioni. Parliamo, di fatto, di un sistema che solo in alcuni casi (ovvero, generalmente, quelli dei cittadini con reddito più basso, che quindi vengono esentati completamente dalla tassazione) è associato a delle fasce reddituali. E’ quindi un modello non molto diffuso nelle economie di tipo capitalistico, che fondano i propri sistemi di tassazione su una struttura progressiva che tiene conto dei diversi redditi, familiari o aziendali. La Flat Tax si differenzia da tale approccio, in quanto costituisce di per sé una tassa non soltanto unica, ma anche di molto inferiore rispetto a quelle vigenti attualmente nel nostro Paese. Qualora venisse introdotta, potrebbe infatti portare l’Italia ad avere un’imposta unica sui redditi che si aggirerebbe attorno al 15-20%. Il suo funzionamento, essendo appunto di tipo progressivo, farebbe sì che, a fronte di un’imposta più alta o più bassa in proporzione al reddito, l’aliquota applicata rimarrebbe sempre la stessa. Ad affiancare la Flat Tax vi sarebbero, poi, anche una “no tax” dell’area pensionati ed una tax dell’area lavoratori con redditi fino a 13 mila euro annui, ovvero posizionati al di sotto della soglia di tassabilità. Chi sostiene l’applicabilità di tale modello fiscale sottolinea come, con l’introduzione della Flat Tax, tutti i cittadini potrebbero pagare le tasse e ne pagherebbero di meno, potendo gestire in autonomia la propria dichiarazione dei redditi che naturalmente sarebbe di molto semplificata. Oltre a ciò, le imprese ed i lavoratori con redditi più alti sarebbero in una condizione di minor pressione fiscale e dunque maggior spinta ad investire e far girare ricchezza.