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I fondi comuni di investimento: di cosa parliamo?

I fondi comuni di investimento: di cosa parliamo?

Cosa sono i fondi comuni di investimento

Sentiamo spesso parlare di fondi comuni di investimento: ma di cosa si tratta esattamente? Con tale dicitura si fa riferimento ad istituti di intermediazione finanziaria che eseguono investimenti con i capitali dei risparmiatori. Questi ultimi vengono per l’appunto detti “fondisti” (in quanto partecipanti al fondo): investendo nelle attività  acquisiscono specifiche quote. Parliamo quindi di una tipologia di strumento che, essendo nelle mani di società di gestione specializzate, fornisce ai risparmiatori la possibilità di usufruire di un importante servizio. Naturalmente chi gestisce il fondo potrà investire in attività diverse, come azioni, obbligazioni o immobili, e la sua decisione dipenderà dallo scopo dell’operazione. I principali vantaggi per i risparmiatori sono perciò, primariamente, il fatto di poter contare su competenze specifiche, ovvero sulle abilità professionali del gestore del fondo; secondariamente l’opportunità di arrivare ad investimenti che di norma sono preclusi ai singoli individui e che si possono realizzare in virtù dell’unione tra le risorse di più soggetti. Oltre a questo, nella maggior parte dei casi il capitale viene distribuito in più direzioni, diminuendo così il rischio di perdita che si corre quando si è legati al destino di una sola attività. Investendo in un fondo, infatti, si fa sì che il proprio capitale venga indirizzato a centinaia di società differenti e attraverso tale diversificazione ci si espone molto meno di quanto si farebbe se si fosse dipendenti dal successo di una sola entità.

Conosciamo diversi tipi di fondi comuni di investimento

I più noti sono i fondi azionari, gli obbligazionari e quelli bilanciati. I fondi azionari, in quanto tali, investono maggiormente in azioni e sono considerati i più rischiosi. Di contro, generalmente producono i rendimenti più alti. Potranno essere fondi orientati alla crescita, il cui scopo è appunto l’aumentare del capitale nel lungo tempo, oppure fondi orientati a far scaturire redditi da subito invitanti per chi investe. In assoluto, per diminuire i rischi si tende a trovare un bilanciamento tra azioni ed obbligazioni convertibili, cercando comunque di diversificare le aree geografiche di investimento. I fondi obbligazionari investono invece, prevalentemente, in titoli di Stato e obbligazioni ordinarie, con maggior stabilità e quindi minori rischi, ma anche minor rendimento. Potranno essere di varie tipologie, sulla base del tipo di obbligazione su cui viene fatto l’investimento: obbligazioni societarie, titoli di Stato, obbligazioni a breve o lunga scadenza, e così via. Ricordiamo infatti che le obbligazioni, in quanto tali, non sono altro che prestiti che vengono contratti da aziende (obbligazioni societarie) oppure dai governi (titoli di Stato) con lo scopo di ottenere dei capitali impegnandosi a restituirli entro una determinata scadenza e ad uno specifico tasso di interesse. Naturalmente le obbligazioni di tipo governativo sono di solito considerate più sicure perché il garante è lo Stato, laddove quelle societarie sono invece legate al destino di una specifica azienda. I fondi bilanciati, infine, hanno l’obiettivo di “bilanciare” differenti forme di investimento, con risultati intermedi rispetto ai precedenti due, sia in termini di rischi che di rendimenti. Per saperne di più : I fondi comuni di investimento tra diversificazione e rendita                                             

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