Quando parliamo di federalismo fiscale facciamo riferimento ad un sistema di riscossione delle imposte con autonoma gestione da parte delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Il federalismo fiscale nasce con l’intento di migliorare l’efficienza gestionale a più livelli, tramite la distribuzione del potere decisionale. Il cosiddetto decentramento, che conferisce agli enti locali un’indipendenza in termini di spese e di entrate e che, secondo alcuni studiosi, potrebbe rappresentare una soluzione per ovviare alle difficoltà dello Stato nella differenziazione delle offerte di servizi e beni sul territorio, laddove le esigenze si rendono anche molto diverse tra loro in base ai territori. Il federalismo fiscale è stato introdotto con l‘articolo 119 della Costituzione italiana. I principi su cui si fonda sono non soltanto la necessità di un’autonomia degli enti nel gestire le risorse economiche, responsabilizzando maggiormente le amministrazioni locali, ma anche l’esistenza di un collegamento evidente tra gli oneri fiscali richiesti ed i benefici erogati alla popolazione. Oltre a ciò, esso tiene conto del bisogno di una collaborazione tra i vari livelli e settori di governo di maggior qualità, con una parallela semplificazione del sistema tributario in toto. Prevede, inoltre, che vi siano precise sanzioni per tutti gli enti che non rispettassero gli obiettivi stabiliti. La possibilità di applicare un sistema come questo non è legata alla tipologia di governo e lo scopo fondante è quello di realizzare un complessivo miglioramento del sistema fiscale nel Paese, dando la possibilità agli enti locali di istituire dei propri tributi che i cittadini paghino direttamente in base al proprio territorio di appartenenza, a fronte di una partecipazione egli enti stessi all’erario statale tramite una specifica quota versata. Si prevede infine l’istituzione, da parte dello Stato, di un fondo di perequazione che abbia come finalità quella di devolvere una certa porzione delle entrate ai territori con maggior bisogno di risorse economiche. Nel nostro Paese le basi per un reale progetto di federalismo fiscale sono state gettate nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione (Legge Costituzionale 18 ottobre 2001). Essa ha in effetti modificato alcuni principi costituzionali che avevano a che fare con le relazioni tra Stato e livelli decentrati di governo: in particolare, l’articolo 114 ha subìto dei cambiamenti tali per cui la Repubblica non coincida più con lo Stato, ma con il complesso di Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni. Il federalismo fiscale vige in diversi Stati europei: Austria, Belgio, Germania e Svizzera. La Spagna ha una caratteristica di Stato più prettamente regionale, dove ogni comunità può esercitare una propria indipendenza per l’appunto di tipo fiscale, in assenza però di un reale ordinamento costituzionale in questo senso. Regina Picozzi