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Incubatori d’impresa: di cosa parliamo?

Incubatori d’impresa: di cosa parliamo?

Si definiscono anche “Business Innovation Centres” (BIC) e sono degli acceleratori d’impresa che affiancano le start-up nascenti con la finalità di fornire loro una serie di differenti supporti fino al momento della loro “autonomizzazione”. Parliamo di specifiche organizzazioni che si pongono e si comportano da intermediari fra le giovani aziende ed il mondo esterno, ad esempio realizzando i business plan necessari per ottenere l’attenzione di possibili finanziatori. Detti “incubatori d’impresa” nel linguaggio comune, essi possono essere di natura pubblica, privata o mista (in quest’ultmo caso utilizzando fondi di provenienza sia privata che pubblica, per l’appunto) e sono rivolti non soltanto alle microimprese o aziende all’inizio della loro attività, ma anche a professionisti che vogliano mettere in pratica progetti o ad imprese che intendano sviluppare nuove linee operative. Per ogni incubatore esiste un gruppo di esperti capaci di analizzare e valutare la specifica idea dal punto di vista economico e tecnico; normalmente il periodo di affiancamento può durare da tre mesi a tre anni, benchè in alcuni casi si arrivi anche a sei anni di tempo. Chi si rivolge ad un incubatore d’impresa potrà notevolmente diminuire le spese iniziali di gestione ed essere aiutato ad accedere ad eventuali fondi europei o fondi pubblici di tipo statale, oltre a venire inserito in una vera e propria rete di relazioni che diversamente, ovvero con le sole proprie forze, si svilupperebbero con molto più tepo e sforzi. All’interno dei BIC, dunque, sarà possibile trovare tutor e manager, oltre che specific formatori, con competenza nei campi del marketing, della finanza, della strategia aziendale: saranno loro a capire se il progetto iniziale presentato abbia o meno delle concrete possibilità di realizzazione ed eventualmente di che tipo di risorse effettive necessiti per poter partire e procedere. Spesso, tra l’altro, accade che siano proprio gli investitori a contattare gli incubatori d’impresa, prendendo in considerazione le possibilità di successo delle idee da loro sostenute. Anche piccoli progetti, infatti, anno sempre bisogno di essere economicamente coperti per venir realizzati: tali finanziamenti, attraverso gli incubatori d’impresa, possono essere ottenuti in vari modi: versando una quota di partecipazione per l’ingresso nel programma di incubazione, oppure consentendo al BIC prescelto una partecipazione attiva al proprio capitale azionario. Oppure ancora, naturalmente, tramite le sovvenzioni di sponsor o finanziatori esterni. E’ ovvio che per poter essere supportati da un incubatore d’impresa, entrando nel suo piano di sviluppo, sarà necessario presentare un progetto con caratteristiche di innovazione e fattibilità. Esistono almeno tre grandi categorie di Business Innovation Centres: La prima è quella degli incubatori “profit oriented”, che quindi svolgono attività finalizzate a generare profitto attuando investimenti di piccolo o grande calibro e stabilendo rapporti rilevanti con il mercato. Di solito si tratta di imprenditori o gruppi industriali privati. Gli incubatori “non profit”, invece, acquisiscono finanziamenti da istituzioni pubbliche e forniscono quasi sempre un aiuto abbastanza generico. E’ in fase di consolidamento, poi, la dimensione degli incubatori universitari, che si avvalgono di collaborazioni con gli istituti di ricerca e appoggiano le idee provenienti da studenti e ricercatori. In ultima analisi vi sono gli incubatori “certificati”, che basano il proprio operato sul contenuto del Decreto Legge 179 del 2012 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, detto Decreto Legge Crescita 2.0, sottoposto in seguito a modifiche, che definisce per l’appunto le normative vigenti adottate dallo Stato per favorire la nascita di nuove imprese che portino avanti progetti innovativi.      

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