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Le organizzazioni sindacali

Le organizzazioni sindacali

Quando parliamo di sindacati facciamo riferimento alle specifiche associazioni rappresentative dei lavoratori o dei datori di lavoro.Si tratta infatti di enti che hanno la precisa funzione di tutelare gli interessi e i diritti delle parti, nel contesto di un rapporto lavorativo, offrendo assistenza sia nel settore pubblico che privato.Si occupano di gestire la contrattazione collettiva con il governo, possono gestire le vertenze, si fanno promotori di mobilitazioni generali per richiedere miglioramenti nelle condizioni lavorative dei soggetti coinvolti. La loro nascita risale alla prima metà dell’800 in Gran Bretagna, con la creazione delle cosiddette “trade unions” da parte dei lavoratori, ovvero proprio quelle che oggi sono le confederazioni sindacali. Nel tempo si diffusero varie tipologie di rappresentanza un po’ in tutta Europa. In Italia i primi “sindacati” si costituirono nel 1870. Solo all’inizio del secolo successivo, però, ebbe origine la vera e propria Federazione Internazionale Sindacale, la cui sede venne stabilita in Olanda e nel cui contesto furono riuniti sindacati americani, francesi e inglesi, in rappresentanza di ben 25 milioni di cittadini. La nostra Costituzione, all’articolo 39, definisce quali siano gli obblighi e quali i diritti riconosciuti ai sindacati, sottolineando il fatto che l’organizzazione sindacale sia libera da vincoli ed obblighi, con l’eccezione di quello legato alla propria registrazione presso gli uffici centrali o locali, sulla base di statuti che rispecchino un ordinamento interno di tipo democratico. In base alla legge 300 del 1970, ovvero al cosiddetto Statuto dei Lavoratori, «le rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva», nell’ambito «delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell’unità produttiva». In qualità di associazioni volontarie con la funzione di difendere gli interessi di specifiche categorie di cittadini, i sindacati sono caratterizzati, oltre che dalla “libertà sindacale”, ovvero dal diritto a costituirsi e dalla possibilità, per i soggetti aderenti, di uscirne in qualsiasi momento, anche ad esistere in termini di pluralità. Questo concetto è fondamentale, se si pensa che nel periodo fascista tale diritto non era assolutamente contemplato ed esisteva unicamente il sindacato corporativo, in rappresentanza di tutti i cittadini. Le principali associazioni sindacali italiani sono la CGIL(Confederazione generale italiana lavoratori), la CISL (Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori) e la UIL (Unione Italiana Lavoratori), unitamente alla CISNAL (Confederazione Italiana Sindacati Nazionali Lavoratori e a svariati sindacati autonomi. La CGIL, in particolare, rappresenta il sindacato più antico del nostro Paese, nato nel 1944 in prosecuzione dell’operato dellaCGDL (Confederazione Generale del Lavoro), che era stata istituita nel 1906 ma poi sciolta durante il ventennio fascista. Con i suoi ben 5,7 milioni di iscritti, essa costituisce anche la maggior confederazione sindacale italiana.

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