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L'OPEC il “cartello economico” dietro al business del petrolio

L'OPEC il “cartello economico” dietro al business del petrolio

Il recente incontro tra i rappresentanti dell'OPEC e la Russia, svoltosi ad Istanbul, non ha portato ad alcun esito, se non quello di un ennesimo rinvio. Parliamo dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Organization of the Petroleum Exporting Countries), che dal 1960 riunisce dodici nazioni costituendo un “cartello economico” con lo scopo di negoziare in termini di produzione di petrolio, prezzi e concessioni. Gli Stati membri hanno la gestione di quasi l'80% delle riserve mondiali di petrolio stesso e il 50% di quelle di gas naturale. L'OPEC ebbe origine per contrastare il predominio pressoché assoluto esercitato dalle aziende petrolifere straniere, principalmente anglo-americane, nei confronti dei Paesi che producevano il greggio. Le ben note “sette sorelle” contro cui si schierò Enrico Mattei, le stesse che nel tempo imposero ai Paesi produttori delle quote di estrazione inferiori alla loro massima potenzialità, generando delle prevedibili flessioni nei guadagni. I principali fautori del diverbio generatosi nel recente vertice in Turchia sono stati, questa volta,Venezuela ed Iraq. Il Venezuela ha riportato all’Opec di aver prodotto, nel mese di settembre, 245.000 barili in più rispetto a quanto risulta da fonti secondarie (tra cui l'agenzia internazionale di energia), mentre L’Iraq ha riferito una produzione di 320.000 barili al giorno in più rispetto a quanto menzionato dalle medesime fonti. Con queste premesse è naturalmente Sulla base di questi presupposti, risulta abbastanza complicato riuscire a calcolare in maniera veritiera quanto petrolio in meno ogni Stato dovrebbe produrre per poter giungere ad un taglio globale dell'offerta. Nell'ambito del meeting dello scorso 12 ottobre Putin ha confermato la propria linea, sottolineando che Mosca potrebbe bloccare senza problemi la produzione di petrolio ai livelli attuali, in caso di impegno da parte dei membri dell’Opec, e ribadendo la disponibilità del Paese a partecipare ad un nuovo incontro tecnico.

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