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Pensione di cittadinanza 2019: che cos’è e a chi spetta

Pensione di cittadinanza 2019: che cos’è e a chi spetta

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto la cosiddetta “pensione di cittadinanza”, uno strumento di lotta alla povertà che, sulla base dell’emendamento approvato di recente, ha preso il via dal mese di marzo. La differenza tra questa misura e quella relativa al reddito di cittadinanza è che, mentre nel caso di quest’ultimo la soglia del reddito familiare è di 6 mila euro, nel caso della pensione di cittadinanza tale limite si alza a 7.360 euro ed ovviamente i soggetti beneficiari non devono sottoscrivere il cosiddetto “Patto per il Lavoro” con il centro per l’impiego. Parliamo di un’integrazione al reddito per tutti i cittadini di oltre 67 anni di età che rientrino in determinati criteri stabiliti per legge e che siano attualmente in possesso di un assegno sociale, di una pensione minima, di una pensione (anche di reversibilità) di importo inferiore a 780 euro o che siano invalidi civili. Nello specifico, per averne effettivo diritto sarà necessario, oltre ad essere titolari di una pensione e ad avere almeno 67 anni, avere:

  • un reddito ISEE 2019 di non oltre euro 9.360 se si vive in affitto e di euro 7.560 se si abita invece in un immobile di proprietà;
  • appartenere ad un nucleo familiare composto esclusivamente da persone di oltre 67 anni di età oppure vivere da soli;
  • essere possessori di uno specifico patrimonio mobiliare, ovvero di non più di 6.000 euro se si vive da soli, a cui poter aggiungere 2.000 euro per ogni eventuale soggetto presente all’interno del proprio nucleo, senza però poter comunque superare la soglia dei 10.000 euro (a meno di figli successivi al secondo, per ognuno dei quali la cifra può arrivare a 1.000 euro aggiuntivi o 5.000 per ciascun individuo portatore di disabilità);
  • essere possessori di un patrimonio immobiliare di non oltre 30.000 euro (con esclusione della prima casa)
  • essere titolari di un assegno pensionistico che non superi i 780 euro netti mensili (ovvero la soglia di povertà stabilita dall’Istat, al di sotto della quale il cittadino è considerato a rischio di esclusione sociale);
  • non aver acquistato un’autovettura nuova negli ultimi 6 mesi, non aver immatricolato una moto al di sopra dei 250 cv, un’auto nuova al di sopra dei 1600 cv o un’imbarcazione da diporto nei due anni che precedono l’inoltro della richiesta.

Per eseguire il calcolo della pensione di cittadinanza, l’Istat considererà un’integrazione tale per cui venga raggiunta la soglia sopra menzionata dei 780 euro mensili a persona. Tutti i cittadini interessati a poter usufruire di tale riforma dovranno inoltrare la richiesta presentando il modulo Inps presso un ufficio Caf, presso una sede di Poste Italiane o per via telematica, collegandosi al sito www.redditodicittadinanza.gov.it, dopo aver preventivamente effettuato l’autenticazione della propria identità digitale.  

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