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Shutdown: di cosa parliamo?

Shutdown: di cosa parliamo?

  La più recente realizzazione di questo fenomeno è da ricercarsi nello scontro che si verificò, appunto in America, tra Barack Obama e l’opposizione repubblicana, a seguito del quale il Parlamento non fu in grado di approvare il budget dell’anno fiscale 2013 e 2014. Il Congresso, che in America esercita un potere esclusivo sulla gestione del bilancio federale,non riuscì ad accordarsi sulla legge di spesa a causa della riforma sulla sanità, che l’allora presidente Obama portò avanti nonostante i molti oppositori. La conseguenza del mancato accordo è stato proprio il cosiddetto “shutdown”, che letteralmente può essere tradotto con il termine “chiusura”: questo significa che quando il Governo di uno Stato non può continuare l’attività si trova obbligato a chiudere varie agenzie. Ciò comporta il blocco della sua capacità di spesa, ovvero la sua mancata autorità in merito alla gestione del denaro dedicato. Naturalmente le conseguenze dello shutdown sull’economia di un Paese sono svariate. Lo stesso Obama fu estremamente chiaro nel sottolineare i possibili risvolti del mancato accordo in merito al budget. “Vi sarà immediatamente un impatto su tutta l’economia, peggiore della seconda guerra mondiale”, dichiarò. La procedura di blocco delle attività amministrative è in accordo con la sezione 9 dell'articolo 1 della Costituzione, in base alla quale le spese pubbliche devono essere collegate in maniera diretta agli specifici stanziamenti previsti dalla legge, come menzionato nel cosiddetto Antideficiency Act. Si tratta di un meccanismo pensato per prevenire eventuali uscite che risultino eccessive rispetto agli stanziamenti del Congresso, di conseguenza possibili indebitamenti da parte dei diversi enti governativi, laddove devono essere garantite le sole attività inerenti la sicurezza o la tutela della proprietà, i servizi di assistenza medica e quelli effettuati dall’esercito, che in caso di blocco continuano ad essere operativi. In regime di shutdown, naturalmente, può però accadere che venga richiesto ad un numero elevato di cittadini (anche superiore al milione), che possono avere mansioni svariate (dagli impiegati federali a quelli d’ufficio, o alle guardie forestali), di “concedersi” un periodo di ferie non retribuite.

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