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Le azioni di risparmio: di cosa parliamo?

Le azioni di risparmio: di cosa parliamo?

Con la terminologia “azioni di risparmio” ci riferiamo a specifiche quote di partecipazione degli azionisti di una società per azioni, che rappresentano, insieme con le cosiddette azioni privilegiate a voto limitato, lo specchio della precisa esigenza di incentivare gli investimenti offrendo titoli il più possibile rispondenti agli interessi dei risparmiatori. In questo caso si tratta infatti di titoli che rispecchiano il disinteresse di alcuni cittadini ad esercitare i diritti amministrativi, desiderosi di essere invece coinvolti dal punto di vista patrimoniale. Nel nostro ordinamento le azioni di risparmio furono introdotte dalla legge 216 del 1974, che prevedeva la possibilità di emettere azioni che non dessero il diritto di voto all’interno delle assemblee ma conferissero, di contro, maggiori privilegi patrimoniali in sede di ripartizione degli utili e di liquidazione del capitale. Ricordiamo che le azioni, in quanto tali, sono rappresentate da documenti (i titoli azionari, per l’appunto) che circolano secondo la disciplina dei titoli di credito. Questo significa che, in generale, il capitale sociale è suddiviso in un numero preciso di parti e ciascuna azione costituisce l’unità minima di partecipazione, nonché l’unità di misura dei diritti sociali. Con l’introduzione delle azioni di risparmio è stata realizzata l’importante distinzione che intercorre tra azionisti imprenditori ed azionisti risparmiatori, in considerazione del fatto che esse siano del tutto prive del diritto di voto. Diversamente da quelle a voto limitato, possono venire emesse soltanto da società le cui azioni ordinarie siano quotate in mercati regolamentati, siano essi italiani o appartenenti ad altri Paesi dell’Unione Europea, in sede sia di aumento di capitale che di conversione di azioni già emesse. A tale riguardo è prevista la richiesta di una delibera, da parte dell’assemblea straordinaria, al fine di conferire ai soci il solo diritto di conversione. Nel caso in cui più persone divenissero titolari di una stessa azione, si renderebbe necessaria la nomina di un comune rappresentante per l’esercizio dei diritti societari. Ogni socio risulta titolare di una serie di quote, in proporzione alle azioni sottoscritte, ognuna delle quali rappresenta una partecipazione autonoma rispetto ad ogni altra. L’introduzione delle azioni di risparmio era mirata a stimolare l'investimento in azioni da parte dei risparmiatori privati, proprio perché in grado di rispondere meglio alle loro esigenze, legate essenzialmente agli aspetti economici. I possessori di tali tipologie di azioni, per tutelare i propri diritti si riuniscono in un’assemblea speciale che delibera sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune e sull’azione di responsabilità nei suoi confronti; sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e sul rendiconto relativo;sull’approvazione delle deliberazioni dell’assemblea societaria; sulla gestione delle controversie con la società stessa e su tutti gli altri argomenti di comune interesse.    

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