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Le imposte: facciamo chiarezza

Le imposte: facciamo chiarezza

È importante distinguere il concetto di “tassa” da quello di “imposta”. La tassa, in quanto tale, fa riferimento ad un determinato costo fisso dovuto dal cittadino allo Stato per una specifica prestazione che lo Stato stesso eroga e che rientra nei compiti istituzionali dell’amministrazione pubblica. Non è esigibile da chiunque ma soltanto da chi usufruisce del servizio offerto e non dipende dal reddito individuale. L’imposta, al contrario, si configura come un prelievo coattivo che viene eseguito nei confronti dei contribuenti per il finanziamento dei servizi pubblici. Ciò che le accomuna è la caratteristica di poter essere, entrambe, sia dirette che indirette: una tassa sarà definibile come diretta se il pagamento viene effettuato nelle casse pubbliche ed indiretta se tale operazione è eseguita attraverso la carta bollata. Analogamente, saranno considerate imposte dirette rispetto alle quali lo Stato si pone direttamente, per l’appunto, di fronte al debitore fiscale e che quindi hanno a che fare con la sua capacità contributiva. Sono perciò strettamente legate al patrimonio o al reddito di ciascun individuo, sia esso persona fisica o giuridica. Le imposte indirette, invece, sono quelle rispetto alle quali il cittadino non versa il dovuto direttamente allo Stato, piuttosto lo fa indirettamente attraverso i debitori delle imposte.Differenza fondamentale tra le due tipologia è che mentre la prima riguarda il reddito dei contribuenti, quindi i suoi guadagni nel momento in cui vengono realizzati, la seconda si applica solo quando una certa ricchezza viene spesa. Ciò che le distingue è quindi, fondamentalmente, è il momento della loro messa in opera: le imposte dirette vanno infatti a colpire sia la ricchezza quando viene prodotta (parliamo perciò del “reddito”) sia quella già maturata (si tratterà, in questo caso, del “patrimonio”). Diversamente, le imposte indirette vengono applicate esclusivamente sulla ricchezza nel momento in cui essa viene utilizzata trasferita (ad esempio attraverso la vendita di un bene o un certo acquisto). Ma facciamo degli esempi. Le più note imposte dirette del nostro sistema tributario sono l’Ires (imposta sul reddito delle società), l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive), l’Imu (imposta municipale unica) e l’Isos (imposta sostitutiva sui redditi da capitale). Le imposte dirette potranno essere in relazione alla ricchezza già posseduta, al reddito, al patrimonio individuale. Le principali imposte indirette italiane, invece, sono l’Iva (imposta sul valore aggiunto), nelle tre aliquote previste (di cui un’ordinaria e due ridotte), l’imposta di registro (che ad esempio riguarda i trasferimenti di beni immobili e mobili), l’imposta catastale, quella ipotecaria e l’imposta di bollo (che viene applicata quando un determinato documento viene richiesto, presentato o prodotto). La loro distinzione è basata sulla possibilità che esse riguardino i consumi, i trasferimenti, gli affari oppure gli scambi.

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